mercoledì 22 luglio 2009

Instabile

Instabile. Incoerente. Perso oltre il sottile velo della comune logica.
Lontano anni luce dalla perfezione di un mondo virtuale. Dalle sue geometrie salde, dai suoi numeri sempre pari. Dall'ordine che ritaglia un posto fisso ad ogni cosa.
Instabile.

Corro su cornicioni di giganteschi grattacieli, titani di un mondo che prende vita nella mia testa. Mi inondo di frastuono, e suoni di voci lontane. Mi chiamano, mi cercano. O sono io a cercare loro.
C'è troppa luce. La luce fa chiarezza, da stimolo e vita. Ma alle volte cerchiamo il buio. C'è bisogno di non percepire la realtà, di lasciar scivolare il mondo oltre l'orlo della ragione. Solo così puoi davvero vederlo. Butta via la consapevolezza, le tue certezze, le tue manie ossessive. Lascia precipitare la razionalità, vedine gli spigoli spezzarsi contro la parete morbida della follia. Abbandona la sicurezza, salta il recinto, guada il fiume, oltrepassa la ragione.
Dimentica gli angoli.
Vestiti di rosso, e corri oltre lo specchio. Cogli tutto e non fermarti a guardare. Segui il sentiero non segnato. Sorridi a chi non ti vede, ridi a chi ti evita. Corri.

Non so quanto IO sia da una parte del mondo, e quanto sia dall'altra. O dalle altre. Permettemi di nutrire qualche dubbio. I dubbi sono passi evolutivi. E come tali li prendo.
Cerco sempre di fare dei passi. Non mi interessa la direzione, nè la meta. Colgo ogni occasione per fare un passo. Avanti, indietro. Termini che non hanno più significato. Diventano successione di lettere a cui tolgo coerenza. Se mai ne hanno avuta una.

Vedo la realtà e percepisco altro. Filtro il mondo attraverso esperienze mai avute, sogni consistenti che rivivo. Scelgo di non riconoscere il limite tra le due, lascio che si sovrappongano, che si contaminino, che allunghino braccia e prendino ciò che serve. Io resto a guardare.
Penso di essere sempre troppo lontano da uno specchio.
Penso che tramite esso vedrei ciò che non voglio. Un mondo reale.
Penso. Penso. Penso.
Cogito ergo sum, direbbero alcuni. E qui mi sorge un ulteriore dubbio. (Faccio passi avanti o indietro?) Il pensiero è dato dalla ragione, mi assicurano. E se così fosse, se non pensassi, se smettessi d'un tratto di dar fiato alla ragione, smetterei d'esistere?
E se penso, ragiono, e quindi esisto, chi mi può garantire la certezza che esisto per quel mondo che cerco? Non esisto solo nelle realtà in cui voglio? In quelle che cerco, che desidero?
Decido di esistere. Dove VOGLIO IO.
Perchè è giusto. Perchè è sbagliato. Perchè lo decido io.

Voglio creare sentieri onirici da percorrere, e prendere ad ogni bivio entrambe le strade.
Voglio vivere nell'incertezza costante.
Voglio guardare ogni cosa come se fosse la prima volta.
Voglio avere la meglio sui miei errori, e sulla mia esperienza.
Voglio sentire il mondo attraverso i miei occhi. Assaporarlo a tratti. Strapparne brandelli.
Voglio ricordare e dimenticare.
Voglio cadere. Morire. Risorgere.
Voglio prendermi gioco di Dio, e ridere di lui. E con lui.
Voglio sbagliare, e farmi male. Sentire il dolore.
Voglio ridere. Di tutto. Di me.
Voglio avere paura e allungare la mani per cingerla.
Voglio percorrere strade al rovescio, camminare a testa giù.
Voglio toccare le stelle. Sentirne la voce.
Voglio dare tutto me stesso.

E alle volte sono tutto l'opposto di ciò.

Instabile. Incoerente. Imprevedibile. Quando capirete che un nome, un segno, uno specchio non rendono reale ciò che vedete, allora avrete fatto un passo.
La meta la lascio scegliere a Voi.


Max, che è tutto. E nulla.

Img tratta da Deviantart.com